Aziende FinTech: riferimenti e misure in atto per le agevolazioni finanziarie
11 miliardi di euro destinati alla componente 2 della quarta missione del piano Nazionale di Ripresa e Resilienza redatto dal Governo Draghi per incentivare gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione in Italia. Ma non è sempre chiaro il modo in cui le aziende FinTech si possono muovere e quali siano i riferimenti e le misure già in atto per le agevolazioni finanziarie.
AGEVOLAZIONI PER IMPRESE CHE FANNO RICERCA NEL SETTORE FINTECH
A livello nazionale, attualmente, le principali agevolazioni fiscali attive per le aziende che operano nel settore FinTech sono il Credito di imposta per R&S e quello per l’Innovazione Tecnologica.
Entrambe offrono il riconoscimento di un credito di imposta in relazione a una determinata percentuale delle spese sostenute in attività di sviluppo, più alta se queste spese sono classificabili come attività di Ricerca e Sviluppo (12% per l’esercizio 2020 e 20% per l’esercizio 2021 e 2022), inferiore nel caso in cui siano classificabili come attività soltanto di Innovazione Tecnologica (6 % per l’esercizio 2020 e 10% per l’esercizio 2021 e 2022).
In entrambi i casi, il progetto deve rispondere al criterio di novità, deve cioè avere come obiettivo lo sviluppo di un nuovo prodotto o di un nuovo processo.
Le due situazioni si diversificano per quanto riguarda il perimetro in cui si valuta tale novità: nel primo caso verso l’intero settore di riferimento, nel secondo caso soltanto in relazione allo stato dell’arte dell’impresa.
DIFFERENZA TRA RICERCA E SVILUPPO E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Per spiegarlo in modo chiaro e conciso, si parla di Ricerca e Sviluppo se l’attività rappresenta qualcosa di nuovo per tutti, si parla invece di Innovazione Tecnologica nel caso in cui l’attività rappresenti una novità per la sola impresa.
La novità di un prodotto FinTech può riguardare le caratteristiche originali della tecnologia software sviluppata oppure le capacità di fornire una soluzione a una esigenza del settore della finanza non già soddisfatta da altre soluzioni presenti sul mercato, anche utilizzando tecnologie software non originali.
FINANZIAMENTI A FONDO PERDUTO E A TASSO AGEVOLATO PER LE STARTUP
Per le startup attive nel settore FinTech esistono diversi finanziamenti a livello nazionale, in particolare per quelle la cui maggioranza dei soci è composta da donna o da giovani (meno di 35 anni) e per le startup innovative.
Nel primo caso, lo strumento di agevolazione si chiama NITO, “Nuove Imprese a Tasso 0” e finanzia piani di investimento fino a 1.5 milioni di euro per imprese con anzianità inferiore a 36 mesi e fino a 3 milioni per imprese con anzianità superiore a 36 mesi e inferiore a 60 mesi, concede un contributo a fondo perduto fino al 20% delle spese e, per la parte restante e fino al 90% delle spese totali, concede un finanziamento agevolato a tasso 0, della durata di 10 anni.
Anche se le opportunità più interessanti di finanziamento a fondo perduto per attività di ricerca per le imprese attive nel FinTech sono a livello europeo.
FINANZIAMENTI EUROPEI
Il nuovo programma per la ricerca Horizon Europe è organizzato in diversi macro programmi (Pillars) e linee di azione (Clusters), all’interno dei quali sono pubblicati diversi bandi tematici, le Call.
Le call più interessanti si trovano nell’ambito del Pillar Global Challenges and European Industrial Competitiveness e del Cluster Digital, Industry and Space. Sono state recentemente pubblicate le call per il biennio 2021- 2022.
In entrambi gli anni è prevista la call WORLD LEADING DATA AND COMPUTING TECHNOLOGIES 2021 che finanzia progetti di ricerca sulle tecnologie informatiche in relazione al data computing, all’intelligenza artificiale, alla sicurezza informatica.
I finanziamenti europei sono tanto competitivi quanto generosi, con contributo a Fondo Perduto dal 70% al 100% delle spese in ricerca.
PMI
Per quanto riguarda le PMI, esiste l’ EIC Accelerator, il quale prevede finanziamenti a fondo perduto fino a 2.5 milioni di euro e per il 70% delle spese sostenute.
Caratteristica decisiva dei progetti finanziabili è che abbiano come obiettivo lo sviluppo di tecnologie fortemente innovative e ad alto impatto sull’economia del continente.
Le tecnologie di Intelligenza artificiale o quelle legate a Blockchain e DLT rientrano probabilmente tra quelle candidabili per un progetto di finanziamento di questo tipo.
Investimenti immobiliari, analisi e previsioni di CBRE
Il mercato immobiliare ha subito duramente il colpo inferto dall’emergenza sanitaria.
È stato registrato un calo del 26% negli investimenti commerciali in Italia a causa degli stop dovuti alle restrizioni anti-Covid. Secondo quanto rileva CBRE, nei primi tre mesi del 2021, rispetto al medesimo periodo del 2020, i capitali sono stati di 1.4 miliardi di euro. Poche le operazioni che hanno interessato gli investitori domestici, la cui presenza sul mercato era cresciuta nel corso dell’anno precedente. Milano si riconferma protagonista del mercato registrando quasi un terzo degli investimenti totali.
“L’inizio del 2021 è stato ancora un po’ sottotono ma con il passare delle settimane abbiamo riscontrato una ripresa delle attività sia da parte degli occupier, sotto il profilo della ricerca di spazi, sia da parte degli investitori, nel definire le nuove strategie di asset allocation e di asset rotation per l’anno in corso”. Queste le parole di Alexandre Astier, Managing Director Capital Markets di CBRE Italy, che continua “Riteniamo che, anche alla luce del progresso sul fronte vaccinale che dal terzo trimestre in poi dovrebbe permettere un graduale ritorno a una nuova normalità, i prossimi mesi dovrebbero vedere una ripresa dei volumi su quasi tutti i settori, ma con particolare riguardo ai settori logistico, residenziale e alberghiero. Il settore Uffici potrebbe registrare una lieve sottoperformance dovuta a una carenza di prodotto core. Con il venir meno delle moratorie sui prestiti, presumibilmente nella seconda metà dell’anno, è attesa anche una ripresa dei settori NPL e UTP”.
ANALISI E PREVISIONI
Riportiamo in seguito l’analisi di Cbre settore per settore:
Uffici
Trimestre chiuso con 337 milioni di euro investiti, in contrazione del 37% rispetto ai primi tre mesi del 2020. Sulla riduzione dei volumi hanno pesato soprattutto la scarsità di transazioni di prodotto stabilizzato e lo slittamento della pipeline degli investimenti influenzato dal protrarsi dell’emergenza sanitaria.
Persiste ancora un atteggiamento cauto degli investitori dovuto ai dubbi sulle caratteristiche della domanda futura di spazi a uso uffici, elemento che continuerà a frenare la ripresa delle attività di investimento nel corso dei prossimi mesi.
Milano nel primo trimestre si ferma a quota 70.000 mq di take-up (-31% rispetto al primo trimestre 2020, che però aveva registrato, tra le altre, una transazione di 40.000 mq, chiusasi, tra l’altro, pre-Covid-19). Roma è in calo del 5% con circa 25.000 mq.
Logistica
300 milioni di investimenti in crescita del 44% rispetto al primo trimestre 2020.
L’interesse degli investitori nei confronti di questa asset class è dettato dalla robustezza dei fondamentali della domanda degli occupier, che nei soli primi tre mesi dell’anno hanno assorbito oltre 600.000 mq di spazi logistici.
Il mercato italiano della logistica si sta avvicinando a una fase di maturità che vedrà nei prossimi mesi l’immissione sul mercato di nuove opportunità di investimento core, provenienti dalle attività di investimento value-add intraprese negli scorsi anni.
Prosegue la crescita delle attività di sviluppo speculative grazie ai buoni risultati degli assorbimenti di questo tipo di prodotto, con gli investitori che guardano con interesse a nuove operazioni in mercati finora poco battuti come il Veneto orientale o l’area della Greater Rome. Si osserva, inoltre, anche un crescente interesse per investimenti e sviluppi nel Mezzogiorno da parte degli investitori istituzionali.
Hotel
Il trimestre si chiude a quota 186 milioni di euro investiti, con una crescita del 9% sullo stesso periodo del 2020. Gli investitori appaiono fiduciosi su una significativa ripresa del settore alberghiero al termine dell’emergenza sanitaria.
La ripresa è comunque strettamente legata al piano di vaccinazioni e alle risposte del sistema bancario per la finanziabilità del business e delle transazioni alberghiere.
Residenziale
Continua a essere al centro dell’interesse degli investitori istituzionali, tuttavia la mancanza di prodotto continua a limitare la crescita dei volumi di investimento su immobili esistenti, che nel primo trimestre del 2021 sfiorano gli 80 milioni di euro.
Retail
Ancora in calo, con un totale di 154 milioni di investimenti.
L’interesse degli investitori nel settore retail è ancora limitato, sia a causa della crisi sanitaria sia a causa delle prospettive di crescita dell’e-commerce, ulteriormente rafforzate dalla pandemia Covid-19.
Tuttavia, la crescita dei rendimenti delle principali asset class retail osservata nel corso del 2020 ha assistito a una battuta di arresto corso del primo trimestre del 2021, mentre prosegue la compressione degli yield nel settore grocery, grazie alla buona tenuta delle vendite dei beni alimentari dall’inizio dell’emergenza sanitaria a oggi.
Mercato immobiliare: gli effetti della pandemia sul settore
Il prolungarsi dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus ha avuto effetti durissimi sul mercato economico in generale e sul settore immobiliare in particolare.
A risentirne maggiormente sono state le compravendite di immobili, che soprattutto nei primi due trimestri dell’anno hanno registrato un brusco rallentamento.
Nel primo trimestre del 2020 la crescita delle compravendite, ininterrotta dal 2014, ha subito una brusca frenata, con una flessione del 15.5% pari a oltre 4 mila transizioni in meno rispetto al medesimo trimestre del 2019. Lo shock negativo è generalizzato e colpisce in modo simmetrico capoluoghi e non.
Come evidenzia l’Osservatorio Omi dell’Agenzia delle Entrate, alla base di questo shock negativo, c’è l’adozione da parte del Governo italiano delle misure di contenimento dell’epidemia di COVID-19 che hanno condotto alla chiusura di tutte le attività non ritenute indispensabili e richiesto alle persone di non allontanarsi dalla propria abitazione se non per ragioni tassativamente necessarie.
Il crollo delle transazioni che è stato registrato dall’Agenzia delle Entrate nel I trimestre del 2020, si è confermato anche nel II trimestre del medesimo anno. Secondo le statistiche Omi, infatti, si è registrato un calo del 27,2% rispetto al medesimo trimestre del 2019.
Il terzo trimestre del 2020 ha segnato, al contrario, un’inversione di tendenza per i volumi di compravendita del settore residenziale. Nei mesi da luglio a settembre si registra infatti +3,1% pari a 4.200 abitazioni scambiate in più rispetto all’anno precedente.
Lo stesso non può però essere detto dell’andamento delle transazioni nelle otto principali città italiane dove in media si registra un calo pari all’11,1% con l’unica eccezione di Napoli (+0,2%).
Il quarto semestre ha registrato un aumento tendenziale di acquisti di abitazioni, rispetto al 2019, più contenuto a ottobre 2020 (+2,9%, con oltre 59mila abitazioni transate), una forte accelerazione a novembre (+13,6%, con circa 56mila unità transate) e un analogo rialzo di compravendite a dicembre (+10,6%, con quasi 68mila abitazioni transate).
Ma è nei comuni non capoluogo, dove sono state compravendute nel quarto trimestre 2020 quasi 126 mila abitazioni, che sono stati rilevati i tassi tendenziali positivi più elevati: +6,6% a ottobre, +16% a novembre e +13,3% a dicembre.
Il 2020 ha portato anche delle novità nei servizi online offerti dall’Agenzia delle Entrate. Dai primi di dicembre è infatti possibile visualizzare le mappe degli immobili compravenduti a partire dal 2019 che forniscono agli utenti dati relativi a tipologia, prezzo e consistenza catastale degli immobili.
Per il primo semestre del 2021 si prevede una lieve flessione dei prezzi, in un contesto di compravendite in crescita, qualora la situazione sanitaria dovesse migliorare, anche a seguito della diffusione del vaccino.
Un altro fattore da prendere in considerazione sull’andamento del mercato residenziale e creditizio nel 2021 è il vantaggio fiscale del Superbonus 110%. Si segnala inoltre l’impatto positivo degli incentivi introdotti dalla Legge di Bilancio legati alla proroga del potenziamento al 50% della detrazione IRPEF per le ristrutturazioni e del bonus mobili e della detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica, a cui si aggiunge il bonus facciate del 90%, oltre al bonus verde.
Investimenti: oltre 102 mln destinati a startup e PMI innovative
È stato registrato un forte incremento degli investimenti destinati a Startup e Pmi Innovative nel mese di aprile 2021, si è passati da 27 milioni a oltre 102 milioni di euro. Si tratta di finanziamenti favoriti dall’incentivo del Ministero dello sviluppo economico, avviato lo scorso 1° marzo 2021.
La misura prevede la concessione di un credito d’imposta del 50% in favore delle persone fisiche che investono nel capitale di queste imprese, nei limiti delle soglie fissate dal regime de minimis.
Al 30 aprile le operazioni di investimento complessivamente ammesse sono state 7.567, contro le 1.688 registrate a fine marzo, mentre per quanto riguarda le agevolazioni concesse, si è passati dai 13 milioni di euro di fine marzo a 46 milioni di euro. Le imprese che hanno presentato le richieste sono complessivamente 1.164 e sono prevalentemente presenti nelle regioni Lombardia, Piemonte e Lazio.
Gli incentivi sono stati finora maggiormente richiesti da Startup e Pmi Innovative che operano prevalentemente nei settori dell’Ict, del manifatturiero e dei servizi di consulenza e ricerca e sviluppo.
Le imprese interessate potranno continuare a presentare domanda al Ministero per richiedere l’agevolazione attraverso la piattaforma online.
Borse europee: investimenti sulla ripresa
Sono ventidue i titoli che potrebbero permettere agli azionisti di imporsi sul mercato borsistico europeo, un po’ annebbiato dopo la corsa che ha spinto le Borse dell’Europa a guadagnare il 45% negli ultimi 12 mesi, superando anche Wall Street ad inizio 2021.
Si tratta di aziende che, secondo una ricerca di Morgan Stanley, pubblicata in esclusiva d L’Economia del Corriere, offrono il miglior profilo di rischio e rendimento in questa fase, con prospettive di guadagno a 12 mesi che variano dal 15% al 54%, nello scenario di riferimento.
Quattro di questi potrebbero più che raddoppiare la propria capitalizzazione di Borsa, in un contesto di mercato favorevole, che prenderebbe forma, ad esempio, se i timori di una ripresa a singhiozzo dovessero svanire. Tra questi c’è Leonardo, azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’industria aerospaziale e della sicurezza: uno dei due titoli quotati a Piazza Affari in questa speciale lista, accanto a Ferrari.
MILANO E LONDRA
Milano, assieme a Londra, è la piazza favorita dagli analisti di Morgan Stanley che si sono occupati dell’analisi.
A livello settoriale, spicca una preferenza per i settori farmaceutico, media e titoli energetici, caratterizzati dalle migliori potenzialità di rialzo.
Per quanto riguarda il versante opposto, invece, auto, beni strumentali, società produttrici di hardware per il settore tecnologico e servizi al consumo evidenziano rischi di ribasso.
«Dopo un anno record per le azioni globali, vediamo un progresso più lento, da qui in avanti. A differenza dello scorso novembre, l’azionario non sconta più un ritardo nel valorizzare il flusso di notizie economiche in miglioramento e l’Msci Europe ha già raggiunto il livello obiettivo previsto per dicembre 2021, nel nostro scenario di base: rimane però un potenziale apprezzamento dell’8% nell’ipotesi di un contesto rialzista», precisano gli analisti: «La traiettoria dei listini azionari si farà più complicata, con l’avanzare del secondo trimestre, dal momento che l’accelerazione della ripresa raggiungerà il suo picco».
LE IPOTESI
Gli analisti che hanno condotto l’analisi hanno osservato come negli ultimi sei mesi, si siano notevolmente ridotte le opportunità per gli investitori, in linea con un brusco ridimensionamento delle correlazioni tra i titoli europei.
Queste considerazioni suggeriscono un approccio più selettivo agli investimenti, allo scopo di identificare con prospettive invitanti, anche in una fase di movimento laterale per la borsa.
La lista di aziende selezionate da Morgan Stanley, abbraccia molti comparti e paesi differenti: dall’e-commerce dell’olandese Prosus – che guida la classifica dei rendimenti attesi a 12 mesi ( vedi tabella) – ai capital good rappresentati da Alstom, Leonardo, Iffage e Bouygues. Dalla grande distribuzione di Tesco e Carrefour alle banche, con Credit Suisse. Dal comparto farmaceutico, da cui emergono Novartis, Sanofi e Lonza group, alle telecomunicazioni, con Vodafone. Dalle utility (Edf, Orsted, Engie) ai videogiochi francesi di Ubisoft, fino ai materiali di base della norvegese Norsk Hydro, focalizzata nella produzione di alluminio.
Guardando al mercato nel suo complesso, gli investitori dovranno imparare ad essere più pazienti e selettivi.
Mentre le prospettive di crescita di lungo termine rimangono favorevoli, il periodo attuale potrebbe rappresentare una semplice pausa fisiologica, anziché preludere a una correzione più profonda.
Decreto sostegni bis: mutuo giovani e bonus prima casa
Il decreto Sostegni bis, approvato dal Consiglio dei ministri il 20 maggio 2021, introduce nuove importanti agevolazioni per l’acquisto dell’abitazione principale e misure specifiche per i giovani che intendono comprare la prima casa.
Ai giovani è dedicata un’ampia parte del decreto Sostegni bis.
Secondo quanto riporta il testo del decreto, nasce un bonus prima casa “rafforzato” che, dalla data di entrata in vigore del decreto e fino al 31 dicembre 2022, garantirà ai giovani fino a 36 anni che acquistano la prima casa l’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale. Per le vendite soggette ad IVA, viene invece riconosciuto un credito d’imposta di pari importo.
In caso di vendita soggetta ad IVA, è invece attribuito un credito d’imposta di ammontare pari all’imposta corrisposta in relazione all’acquisto.
Inoltre, per i giovani fino a 36 anni, sono cancellate le imposte sostitutive sul mutuo e per i meno abbienti, con ISEE fino a 30.000 euro, è concessa la garanzia di Stato sull’80% dell’esposizione bancaria.
I giovani fino a 36 anni vengono inseriti tra i soggetti che possono accedere in via prioritaria al Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa, con lo Stato che si rende garante del finanziamento nella misura massima del 50%.
Un’ulteriore agevolazione è prevista per i soggetti con ISEE fino a 30.000 euro, non solo per quelli entro i 36 anni, ma per tutti coloro che ai sensi dell’articolo 1, comma 48, lettera c) della legge 147/2013 hanno accesso prioritario al Fondo di garanzia.
Accanto ai giovani fino a 36 anni di età, i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori e i conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi delle case popolari, potranno beneficiare della garanzia del Fondo fino all’80% della quota capitale del finanziamento, presentando domanda fino al 30 giugno 2022.