Jason Pidcock, gestore del fondo Jupiter Asia Pacific Income di Jupiter Asset Management, spiega che il 2020 sarà probabilmente un altro anno in cui la politica e i titoli dei giornali avranno un certo impatto sui mercati azionari.
Oltre all’effettivo risultato delle elezioni presidenziali americane di novembre, gli investitori avranno difficoltà ad ignorare il relativo flusso di notizie nel periodo che precede il voto, comprese le rivelazioni, gli annunci politici e, naturalmente, lo stato della guerra fredda tra USA e Cina.

Nella stessa Asia, i disordini politici a Hong Kong sono destinati a ribollire, ma la regione appare quasi serena e pacifica se confrontata con il Medio Oriente.

L’incertezza commerciale è il principale fattore che porta al ribasso la manifattura globale e i servizi correlati al commercio. Uno dei quesiti fondamentali riguarderà l’attitudine del futuro inquilino della Casa Bianca dal gennaio 2021 nei confronti del libero commercio.
Sfortunatamente, è altamente improbabile che venga eletto qualcuno a favore del libero scambio dato che, al momento della redazione di questo outlook, sembra che ci sia il 50% di possibilità che o Elizabeth Warren o Donald Trump diventino Presidente. Potrebbe darsi che questi due candidati facciano a gara per essere il più rigido contro la Cina durante la campagna e che ci sia qualche colpo post-elezioni.  Alcuni sperano che le udienze per l’impeachment di Donald Trump si rivelino così illuminanti e minino a tal punto la sua popolarità da farlo sentire costretto a raggiungere un accordo commerciale con la Cina in tempo per stimolare l’economia prima delle elezioni, ma questa potrebbe essere una pia illusione.

Un gruppo di politici che presumibilmente accoglierebbe con favore un peggioramento dei volumi del commercio globale sono gli ambientalisti. Ciò farà sì che gli operatori di mercato controllino da vicino l’inasprimento delle leggi e dei regolamenti in materia di “ambiente”, soprattutto inquinatori, aziende di imballaggio, società di fast fashion e altri.

In passato ho evidenziato che Greta Thunberg potrebbe avere un impatto sui modelli di consumo globale maggiore di quanto abbia mai fatto Karl Marx, e questa sembra un’affermazione sempre più ragionevole. Il giudizio negativo verso chi usa l’aereo ha fatto sì che il volare sia diventato il nuovo fumare e presto sarà socialmente inaccettabile cambiare vestiti troppo spesso e persino distribuire immagini e file inutili che, naturalmente, consumano molta energia.

Ci sono quindi nuovi fattori da considerare per gli investitori, ma, sul lato positivo – spiega Jason Pidcock -.

L’Asia è un universo d’investimento dinamico e convincente che offre interessanti opzioni di diversificazione di portafoglio. I fondamentali economici su cui si basano le attività generatrici di liquidità di tutta la regione possono offrire un’interessante proposta d’investimento a medio e lungo termine.
Le principali società asiatiche hanno delle dimensioni che ancora corrispondono a solo una frazione delle dimensioni delle maggiori società americane – e alcune di esse sono destinate a crescere ulteriormente. Ma questo potenziale di crescita può essere sottovalutato, nonostante molte aziende in tutta la regione offrano modelli di business scalabili, nonché interessanti dividend yield e/o crescita dei dividendi.

Alcune delle migliori opportunità d’investimento nella cosiddetta Greater China si trovano a Taiwan, specialmente alcune delle società tech di livello mondiale.

Singapore offre ottime opportunità di investimento di prossimità nell’area Sud Est Asiatico e l’Australia rimane trascurata da molti investitori globali. Continuiamo a sovrappesare questi mercati e continuiamo a favorire i settori immobiliare (proprietari di immobili piuttosto che costruttori) e dei casinò.